Cultura
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Lagorara
Il sito fu scoperto nel 1987 da Sergio Nicora. Si tratta di un affioramento di diaspro rosso che conserva
estese tracce di cavatura risalenti al periodo compreso tra la fine del Neolitico e l'Antica età del Bronzo.
Grazie agli studi archeologici ( eseguiti da parte della Soprintendenza a cura del Dr. Roberto Maggi) è stato possibile
ricostruire la catena operativa delle attività svolte in cava: dall'estrazione dei blocchi di materia prima
al confezionamento di semilavorati particolarmente adatti alla successiva trasformazione in punte di freccia e lame da pugnale.
I calcoli hanno valutato a oltre 2000 tonnellate di materiale utile estratto. I prodotti lavorati hanno avuto una grande diffusione.
Cota e Castelfermo
Entrambi i siti, ubicati a breve distanza uno dall'altro nel territorio del Comune di Carro, presentano una fase di occupazione della seconda Età del Ferro.
Emersi inoltre reperti di industria litica attribuibili al Neolitico ed Età del Rame a Cota, Rame-Bronzo Antico e Paleolitico Medio a Castelfermo.
Monte Dragnone
Le indagini effettuate sulla sommità del monte Dragnone hanno portato alla luce cospicui reperti della seconda Età del Ferro.
Non si individuano strutture abitative o di fortificazioni ma si evidenziano interessanti scambi commerciali
e connotazioni di frequentazioni che rimandano alla sfera del sacro.
Pianaccia di Suvero
Un atelier per la lavorazione della steatite (perle e pendagli): posta tra Suvero e Zignago,
la Pianaccia è un ampio terrazzo pianeggiante di prati adibiti al pascolo e castagneti.
Varie campagne di scavo hanno portato alla luce resti di un sito attribuibile al Neolitico Inferiore
e tracce di prime frequentazioni risalenti al Paleolitico Medio.
Interessante la parte del sito adibita a “officina per la produzione di parures in steatite” (che copre un arco di tempo
che va dall'Età del Rame al Bronzo Medio): il sito ha infatti restituito centinaia di manufatti in steatite rottisi durante la lavorazione.
CASTELLO MALASPINA DI GODANO
Gli scavi condotti nel 2015/2016 hanno permesso di mettere in luce le murature del mastio e della torre principale e il camminamento.
I reperti ceramici e metallici rinvenuti sono conservati presso la Soprintendenza Archeologica e attestano una frequentazione dal XIII al XX secolo.
Negli strati del XVI secolo, insieme a diverse monete, sono stati ritrovati ritagli in lega di rame, utensili in ferro, lingottini in piombo prova di una zecca clandestina operante fino alla distruzione del maniero avvenuta per mano genovese.
Villaggio medievale di Monte Zignago
Sul monte Zignago, poco distante dalla Pieve, sorgono i resti di un villaggio medievale
fondato nel XIII secolo sui resti di un primo nucleo abitato risalente all’età tardo-antica (VI-VII secolo).
Sono visibili i resti di abitazioni altomedioevali a forma rettangolare di un villaggio che
è possibile apprezzare in un plastico ospitato nella mostra permanente di Pieve.
A seguito di un incendio, verso la metà del XIV secolo, il luogo viene abbandonato ed i materiali reimpiegati per la costruzione di Pieve.
Dopo averlo sottratto ai Signori di Vezzano, nel 1276 il Comune di Genova procedette alla demolizione del castello signorile.