DA ZIONA A MATTARANA ALLA SCOPERTA DI ANTICHE E NUOVE PERCORRENZE

 DA ZIONA A MATTARANA, ALLA SCOPERTA DI ANTICHE E NUOVE PERCORRENZE

Il nostro viaggio alla conoscenza del territorio di Carro, prima di raggiungere la strada Aurelia e sconfinare in Comune di Carrodano, si conclude a Ziona, al di là del torrente Travo. Dal grande piazzale della chiesa il panorama sul capoluogo e Castello è appagante davvero e merita una sosta. La parrocchiale, dedicata a Santa Maria i cui primi documenti risalgono al 1241, è precedente a quella di Carro costituendo per alcuni secoli un’unica entità. E’ presumibile che a partire dal XV secolo l’abitato sia andato soggetto ad un forte spopolamento con il venir meno anche del titolo parrocchiale, di cui non conosciamo peraltro le cause. La dipendenza da Carro sotto l’aspetto religioso ma non solo determinò per tutto il XVIII secolo l’acuirsi del malcontento degli abitanti a cui pose rimedio nel febbraio del 1802 l’arcivescovo di Genova Lercari che riconobbe nuovamente con proprio atto lo status di parrocchia alla chiesa di Santa Maria. La particolarità dell’edificio è rappresentata dai lavori di ampliamento realizzati a più riprese fra il Settecento e l’Ottocento che portarono all’attuale struttura. Consigliamo una passeggiata all’interno del lungo carruggio che si snoda per tutto l’abitato impreziosito da semplici e simpatici arredi realizzati in alcune parti dagli abitanti. Si risale per strada asfaltata fino agli impianti sportivi, vanto della comunità locale, rientrando sulla provinciale che porta a Mattarana. La storia di questa arteria che oggi collega in poche decine di minuti Ziona alla statale Aurelia è raccontata dalla studiosa locale Ornella Macchiavello nel libro “Carro… per non dimenticare” con alcuni curiosi particolari. I lavori iniziano nel 1879 con l’impegno della popolazione zionese di contribuire alle spese con tanto di petizione rivolta al re ma si concluderanno solo nel 1886 a causa della sospensione voluta dalle autorità regie decretata nel 1882. La causa fu il mancato versamento della somma da parte degli abitanti e la risposta piccata delle autorità che vollero fare per l’occasione l’ennesimo sgarbo alla comunità di Ziona.
Il viaggio prosegue in direzione di Mattarana, frazione del Comune di Carrodano che si stende a fianco della statale Aurelia. Poco prima dell’incrocio, all’altezza di una grande curva, ha inizio a destra la strada prima asfaltata, poi sterrata e infine sentiero, che conduce al monte San Nicolao. E’ consigliabile arrivare a piedi fino al laghetto ad uso irriguo all’altezza del quale inizia il percorso trekking per godere del bel panorama sulla Val di Vara. Per chi ha voglia e tempo raccomandiamo di attraversare la via, provenendo da nord, e proseguire verso l’abitato di Mattarana che si stende su un carruggio dall’andamento ondulato che richiama la presenza di una antica percorrenza storica. In effetti quello che oggi conosciamo come sentiero CAI 630, che dal San Nicolao porta alla località Arsina sul fiume Vara è un tracciato di grande interesse che metteva in comunicazione il Genovesato e la Val Padana con Sesta Godano e Brugnato. Superato l’abitato di Mattarana si tocca infatti Carrodano Superiore per discendere sul fondovalle entrando nel cuore della terra del Vara.
Terminiamo con alcune notazioni storiche e curiosità ulla Via Aurelia e il passo del Bracco. La nuova viabilità vede la luce nel 1823 e il tracciato assume le caratteristiche attuali nel 1928 con la nascita della SS1, la statale Aurelia. Nella zona fra Mattarana e il passo, posto a 615 metri sul livello del mare, che si raggiunge dalla Val di Vara e da Sestri Levante senza particolari asperità con un percorso ondulato, meta anzitutto degli amanti della moto, il brigantaggio ha imperversato a lungo fra il XIX e il XX secolo. Bande organizzate, prime fra tutte quelle del Manzo, all’anagrafe Dario Torri di Tresana in Lunigiana, e del Tullio, furono protagoniste di centinaia di rapine alcune delle quali cruente ai danni di quanti passavano su quel tratto. La situazione fu particolarmente critica, tanto da diventare una emergenza nazionale, fra il 1945 e il 1950, alla fine del secondo conflitto mondiale, per la delicata situazione venutasi a determinare. Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, nel 1946 fu rapinato dei suoi averi nelle prime ore del mattino. L’ultimo episodio cruento risale al 1950 con l’uccisione di un pellegrino francese che aveva reagito al tentativo di rapina, fatto che irritò molto il governo francese tanto da generare un caso diplomatico con l’Italia.
Non fatevi prendere dallo scoramento e dai dubbi visto che i tempi del brigantaggio qui come altrove sono ormai lontani e risalite, magari a piedi o con un mezzo che regga la salita e le tante curve, fin sul monte San Nicolao, il passaggio storico prima della apertura della moderna Aurelia. L’accesso non segnalato si trova vicino al passo ed è riconoscibile per una sbarra arrugginita che un tempo impediva il transito ai mezzi motorizzati. Per chi ha tempo e fiato da spendere oltre a salire a piedi la strada è possibile seguire il sentiero CAI 630 direttamente da Mattarana al quale abbiamo fatto cenno in precedenza.
Superati i ripetitori e lasciato alle spalle il rumore degli impianti scendete per breve tratto fino al passo medioevale con i resti dell’ospitale per viandanti e pellegrini dove sono ancora visibili le tracce di una chiesa e di un’area cimiteriale. Il luogo affascina e ci porta indietro nel tempo quando la viabilità transitava da qui per scendere da un lato a Sestri Levante e dall’altro a Mattarana o seguire il dorso delle montagne in direzione dell’Appennino. Viabilità antica e viabilità moderna rappresentano qui più che altrove un elemento di continuità fra passato e presente in attesa della auspicata valorizzazione di un territorio ricco di fascino e mistero. Compresa la storia dei briganti…

Nella foto il laghetto di Mattarana

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